È strano pensare che sono passati ben dieci anni dalla produzione dell'ultimo film di
Star Wars: La Vendetta dei Sith. Ricordo ancora i brividi che provai in sala quando Obi-Wan urla disperato “Eri mio fratello, Anakin, Ti volevo bene!". Alla morte di Padme. Alla resurrezione di Anakin come Darth Vader. Quando in seguito all'Ordine 66 i Jedi in tutta la galassia vengono sterminati, compresi i giovani allievi della scuola su Coruscant. Alla morte di Mace Windu.
Parlare di Star Wars è muoversi su un campo minato. Tutti ne hanno un'opinione o vogliono averla. Qualcuno compra una maglietta con su stampato Yoda e inizia a dire “Io sono un fan di Star Trek da sempre!". Ci si sfida a chi conosce i nomi di più maestri jedi, i nomi di più pianeti dell'Orlo Esterno, a chi sa dire qual è il cibo preferito del Capitano Panaka o chi conosce più insulti nella lingua dei Wookie.
Per chiarire subito le mia posizione: considero L'Impero Colpisce Ancora il film migliore della trilogia classica e considero la trilogia classica un capolavoro di sintesi da storia del cinema. George Lucas ha preso l'immaginario inventato da Frank Herbert in Dune, lo ha alleggerito, lo ha colorato con i colori del fantasy, gli ha iniettato i più universali temi letterati (lo scontro fra il bene e il male, lo scontro freudiano padri-figli) e ha creato una delle più importanti saghe dell'epica contemporanea.
Detto questo, e senza nulla voler togliere all'importanza storica di tutto il suo lavoro precedente, ritengo tutt'ora Episodio III il film più bello dei sette usciti fino ad ora. Come inventiva, come punto di arrivo dei personaggi, come recitazione, effetti speciali, pathos che riesce a creare nelle scene più drammatiche. “Ma gli effetti speciali del primo Guerre Stellari erano impressionanti per l'epoca!". E bellissimi lo sono tutt'ora, ma sono un adulto che giudica un film da adulto e lo fa nel 2015. Anche le palafitte sono un innegabile capolavoro di ingegneria neolitica, ma se apro un mutuo per comprare una casa ora la voglio in mattoni, cemento e che rispetti le norme antisismiche.
Perché sto parlando di Episodio III? Perché JJ Abrams, il regista del nuovo capitolo della nostra saga fantascientifica preferita, ha scordato che fra il Il Ritorno dello Jedi (1983) e il suo Il Risveglio della Forza, sono stati fatti altri tre film. Film che hanno lasciato insoddisfatti molti fan, che altri adorato, ma che comunque sono stati realizzati e hanno mosso in avanti quello che è Star Wars, l'hanno reso più complesso, più adulto, più inventivo e più visivamente impressionante.
Vedendo gli episodi della prima trilogia (I, II e III), si sente la palese sicurezza di Lucas nel dire “ È il mio universo, e lo porto dove voglio". Guardando Episodio VII, invece, si sente la paura adrenalinica di Abrams di sbagliare, di essere criticato, di deludere i fan. È evidentemente un lavoro d'amore realizzato da un fan, un film formalmente perfetto. Ci sono gli scontri con le spade laser, le “guerre stellari", i momenti comici e scanzonati, lo scontro fra il padre e il figlio, la Forza che scorre potente nel personaggio più inaspettato, la seduzione del Lato Oscuro, i personaggi che più amiamo, i droidi più umani degli umani.
C'è tutto? Sì, se pensiamo alla serie classica di cui Episodio VII è un seguito ineccepibile. C'è tutto quello che Lucas avrebbe inserito nel film se l'avesse girato nel 1985 o nel 1986. Una nuova Morte Nera, un nuovo Luke, un nuovo Maestro Yoda in esilio, una nuova Tatooine, un nuovo Darth Vader.
Ma è abbastanza nel 2015? C'è abbastanza per soddisfare noi che, a differenza di Abrams, non abbiamo scordato Episodio I, II e III? Forse no. Vedendolo, ho amato questo film, sono stato stupito dai colpi di scena, ho stretto la mano di Giù in decine di scene, per l'emozione. Ho applaudito insieme alle altre persone presenti nella sala quando spuntano Han Solo e Chewbacca, il generale Organa (ormai non è più la principessa Leila da tempo) e Luke e C-3PO e R2-D2.
A mentre fredda, però, dopo due ore (bellissime) su un pianeta deserto già visto, su un pianeta innevato già visto, all'interno di navi stellari già viste, mi sono trovato a sentire la mancanza del mare burrascoso di Kamino, del terribile Generale Grievous, del panorama mozzafiato che si vede dalla dall'Accademia Jedi, delle macchinazioni del Conte Dooku su Geonosis, di orde di Wookie che combattono i soldati imperiali, dei complotti nei palazzi della Repubblica, dei vestiti barocchi di Padme e delle scene romantiche con Anakin.
In definitiva, credo che un eventuale voto a Episodio VII dipenda dalla “maratona dei film di Star Wars" che si fa prima di andarlo a vedere in sala. Se si vede dopo episodio IV, V e VI, non si può non esclamare un convinto “ Wow, Guerre Stellari è tornato!". Se però lo si va a vedere dopo aver rivisto Episodio I, II e III, non si può non notare quanto poco inventivo sia, quanta mancanza di immaginazione lo pervada, quanto poco espanda l'immaginario di Star Wars e il suo universo. È un film conservatore realizzato con il freno a mano della fantasia tirato.
E forse, quindi, questo film bellissimo e diverte a tratti sbaglia proprio per la paura di sbagliare. Ricordiamo però che è solo il primo capitolo di una nuova trilogia. Anche Episodio I, così debole rispetto agli altri, è stato seguito due film-capolavoro. Possiamo solamente sperare che con i prossimi film Star Wars torni ad donarci quello per cui da sempre lo amiamo di più: lo stupore.