Della giovinezza - Youth di Paolo Sorrentino

Scribacchiato da Gu 2015-06-02T08:36:07+00:00

Questo weekend avevamo una gran voglia di cinema. Io spingevo per andare a vedere Mad Max che è un film cafone con esplosioni e maniaci che si ammazzano nel deserto. Giù, invece, che è una fan di Paolo Sorrentino e comprerebbe un suo DVD anche se dirigesse un documentario sull'accoppiamento delle formiche giganti della foresta pluviale, voleva vedere il suo ultimo capolavoro: Youth. Come avrete intuito dal titolo, questa è la recensione del film di Sorrentino perché, ovviamente, abbiamo visto il film che piaceva a lei.

Appena si sono spente le luci ed è iniziata la proiezione, sono rimasto molto perplesso nello scoprire che non è ambientato a Roma, non c'è Tony Servillo che interpreta Jep Gambardella e che non ci sono grandi feste sulle terrazze capitoline. Visto che molti dicono che è "identico a La Grande Bellezza" l'apparizione sullo schermo di Harvey Keitel, Michael Caine e delle valli svizzere mi ha basito, ma ehi, Youth e La Grande Bellezza sono dello stesso regista e quindi identici, un po' come Lolita e il suo clone Full Metal Jacket di Stanley Kubrick.

L'ho amato. Di solito prediligo i film con grandi sviluppi di trama tipo quello in cui un benzinaio del Wisconsin alla fine della pellicola è diventato una cyber-mucca che sconfigge con il latte acido che spara dalle sue enormi mammelle gli invasori celafopodi sorti dalle acque del lago Michigan. Invece in Youth accade ben poco, ma non è quel poco classico dei film italiani tipo "Che facciamo oggi in questa vita che fa schifo senza lavoro per via della crisi?" "Potremmo pensare al cattivo rapporto con la generazione dei nostri genitori mentre guardiano le macchie sul soffitto del nostro appartamento da studenti universitari fuori sede anche se abbiamo 35 anni".

È la storia di due anziani interpretati, con pochi effetti speciali in quanto realmente anziani, dai su citati Harvey Keitel e Michael Caine. Uno è un regista di successo ma in declino, l'altro un famoso direttore d'orchestra ma serio, non come quelli che accompagnano i ballerini di Amici durante il serale. Durante il film parlano, fanno delle lunghe passeggiate in campagna e si riposano sebbene circondati da personaggi bizzarri come la figlia di Michael Caine, la sempre bella Rachel Weiz che ricordiamo per il ruolo di quella senza bende nel film "La Mummia".

Tutta la pellicola è una profonda riflessione sul tema "che bello fare le vacanze riposanti sulle Alpi". Io, che non sono un amante dell'impiastricciarmi i peli del petto con le creme solari protezione 120, ho particolamente apprezzato la serenità di queste valli in cui non c'è spazio per i tamarri tatuati, gli animatori di villaggio simpaticissimi che confondo il riposo con la noia e si accollano per farti fare il gioco aperitivo e il gioco caffè e in cui sono banditi i bambini che correndo maldestramente ti schizzano la sabbia sul Calippo.


Inizialmente, il fatto che in questo film Michael Caine non si chiamasse Alfred mi ha lasciato perplesso


Mi è piaciuto:

- Paul Dano, giovane attore talentuoso che avevo già apprezzato per la sua interpretazione del ritardato nello splendido e inquietate Prisoners
- L'omaggio a Maradona, fulgido esempio di "commedia amara" italiana come usava fare Carlo Verdone prima di invecchiare male
- La regia di Sorrentino, anche se qualcuno di voi penserà "Ma è quello che ha fatto Il Divo che è identico a This Must be the Place!"
- Michael Caine che seduto su un ceppo in mezzo a una radura suona le mucche
- Le musiche, perché per alternare Stravinsky e Debussy a David Guetta senza creare un pastiche cafone devi per forza essere Sorrentino o al massimo i registi di South Park
- Gli sceneggiatori che aiutano Harvey Keitel a scrivere il suo prossimo film perché mi hanno riportato alla memoria i personaggi dei tre sceneggiatori di Boris. Sono bravi ma un po' cialtroni e vengono pagati per stare stesi sulle sdraio a partorire idee. Quello che vorrei fare io, insomma
- La scena in cui Harvey Keitel rivede come in un'allucinazione tutte le attrici che ha diretto. Capita anche a me, ma con uno stormo voltante di tutte le pizze migliori che ho mangiato in vita mia
- La consapevolezza, donatami da questo film, di come la mia sensibilità sia di gran lunga superiore rispetto a quella di chi dice "Sì, vabbè, ma due palle, non succede niente"
- Il poter incontrare degli americani in vacanza e dire con orgoglio "Sì sì, continuate a fare 50 Sfumature di Grigio, che noi abbiamo i film di Sorrentino
- Il fatto che non ci fosse Capitan America


Non mi è piaciuto:

- Il culo di Mădălina "Miss Universo" Diana Ghenea perché mi ha fatto scappare un commento per il quale Giù non mi ha parlato per ore
- L'assenza di Ben Stiller che, ricordo, dovrebbe essere in ogni film indipendentemente da genere e nazionalità


Non è un film da cinque unikitty per il solo fatto che non lo vorrei in BluRay da rivedere altre mille volte come Il Signore degli Anelli o Pacific Rim.